Vannacci ferito nell'onore

Secondo Wikipedia la parresìa è la libertà di parola, ma anche la franchezza nell'esprimersi, dire ciò che si ritiene vero e, in certi casi, un'incontrollata e smodata propensione a parlare. La coprolalia, invece, è un'occorrenza simile a un tic che coinvolge vocalizzazioni oscure e socialmente inappropriate non intenzionali. Roberto Vannacci ha l'incredibile capacità di coniugare entrambe le cose ed è forse proprio questo il segreto della sua rapida ascesa al Valhalla leghista. Senza indugiare sul suo portfolio di fesserie accumulate nel tempo – giusto a titolo di memento: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione” -, in questa puntata ci soffermeremo sull'ultima sortita dal titolo: Vannacci ferito nell'onore. Tutti siamo a conoscenza dell'ignobile vicenda delle foto di donne pubblicate a loro insaputa (e spesso manipolate) su gruppi social – Mia moglie - e siti web – Phica.eu - per consentire al sonno della ragione di migliaia di uomini di scatenarsi tra insulti, minacce e incitamenti allo stupro. Sono in corso delle indagini, che hanno già segnato il punto con l'individuazione di amministratori (italiani) e partecipanti anche grazie alle denunce di alcune vittime. La delicatezza della questione è grande, perché coinvolge molte istanze sociali e culturali che non si sbrogliano con un colpo di spugna e anche la stampa ha approcciato il tema con una inconsueta delicatezza. Questo anche per via del coinvolgimento di alti profili politici nella banca dati fotografica, come la premier Giorgia Meloni e la leader dem Elly Schlein, ma anche Alessandra Moretti, Alessia Morani, Mara Carfagna, Maria Elena Boschi, Mariastella Gelmini, Chiara Appendino, Anna Maria Bernini, Daniela Santanchè e Alessandra Mussolini. La maggior parte delle quali, ovviamente, si è appellata alla giustizia.
Ma quindi Vannacci si è sentito ferito nell'onore in quanto questi uomini macchierebbero di ignominia il genere maschile con questi comportamenti aberranti in cui si feriscono le donne, madri, sorelle, figlie e solo uniti si vince la battaglia contro la cultura patriarcale? Follia progressista. Vannacci s'è offeso perché: “ANCHE IO, COME MORETTI, MORANI E LE ALTRE, MI SENTO COLPITO NELLA MIA INITIMITA' E DIGNITA'. Senza il mio consenso hanno preso le mie foto, le hanno manipolate per ridicolizzarmi. Se tocca a loro è “cultura dello stupro”, per me solo satira. Denuncerò: non è ironia!”. [Precisazione: il caps lock (eco trumpiana) è ovviamente il suo, così come la “A” apostrofata e non accentata, che è sempre difficile trovare sulla tastiera]. Questo avviso di garanzia Vannacci lo ha lanciato sul suo profilo Twitter (chiamarlo X in un articolo che parla del generalissimo sarebbe troppo), corredandolo di un collage di fotomontaggi pubblicati sul web dai suoi detrattori: Vannacci che pomicia con Salvini, Vannacci che gioca a marito e moglie con Salvini, Vannacci che aspetta un figlio da Salvini, Vannacci vestito da miliziano con la scritta “Decim'Hamas” (spassosa), Vannacci kebabbaro, Vannacci con la bandiera arcobaleno.
Ora, analisi del testo: Vannacci è offesissimo perché hanno preso senza consenso le sue immagini manipolandole per ridicolizzarlo, proprio come è successo a quelle donne le cui immagini sono state prese senza consenso per essere messe al centro di fantasie di violenza e sopraffazione. Satira e cultura dello stupro, dunque, che nell'ottica del generalissimo consistono in un reato di eguale gravità. Ma, lo sappiamo, lo stupro è sempre un reato ed è gravissimo, mentre la satira rientra nel diritto alla libertà di manifestazione del pensiero e di espressione sancito dalla Costituzione (articolo 21). Al più, quando la satira viola il limite della continenza e lede la dignità personale può andare a integrare il reato di diffamazione, ma è condivisibile l'idea che non possa essere accostata allo stupro. Ultimo ma non ultimo, il fatto che nella sua didascalia Vannacci citi direttamente solo Alessandra Moretti, europarlamentare per il Pd, e Alessia Morani, ex parlamentare e attuale candidata alle elezioni regionali Marche per il Pd nella provincia Pesaro, prendendosela con loro in quanto denuncianti (anche penalmente) della cultura dello stupro e quindi presumibilmente anche wokist, nonché odiose avversarie politiche. Dimentico, dunque, che la condanna è arrivata anche dalle donne di centrodestra.
“Senza indugi, parodisticamente pronto a servire la parte sana della nostra Patria anche in Europa”, recita su Twitter la biografia di Vannacci. Peccato, però, sia quella di un profilo fake, ma il livello di verosimiglianza con la realtà è tale che dubitare riesce difficile.