Il cruciverba dei patrioti
Non siamo un paese, siamo una barzelletta. E no, non fa ridere. Ci mancava quel buon Giovanni Donzelli, responsabile del Dipartimento Organizzazione di Fratelli d'Italia, a rendere ancora più insopportabile questa estate calda, sudata, piena di FOMO, di tormentoni che fanno sempre più schifo. Anche se, poveretto, la sua performance un po' Antonella Elia, un po' Elisa Bonaccorti, un po' ragazzo “Non è la Rai” è stata oscurata dal polverone sulla pugile algerina Imane Khelif che è-trans-ma-non-è-trans-e-nessuno-pensa-ai-bambini.
Vabbè, comunque ci siamo noi a tirarlo dalle secche dell'iperinformazione. Donzelli, camicia e pantaloni, va in giro per le spiagge con un cruciverbone detto “dei patrioti”, a schema libero, con l'obiettivo di informare i bagnanti sull'operato del Governo, un po' un gioco pedagogico. Le definizioni sono variegate, basti citare la 45 verticale dedicata a Ilaria Salis: “Vicina a cui non conviene lasciare le chiavi di casa se si va in vacanza”. Spassosissimi. La campagna, si precisa, è stata lanciata dal lungomare di Ostia (sic!) e il Donzelletto che vien da Palazzo Chigi è davvero contento di fare il valletto (ho fatto pure la rima), mettendo finalmente in pratica questi quasi due anni di stage in Parlamento lautamente retribuito. A me entusiasmano sempre queste iniziative, perché allargano l'orizzonte delle aspettative e mi danno un sacco di spunti di conversazione per le chat con gli amici in attesa che venga fuori la prossima cazzata. Pensavo, per esempio, che la Venere Open To Meraviglia del ministero del Turismo (la capa nemmeno voglio nominarla) fosse l'acme delle strategie di comunicazione della politica, ma in realtà è fiacca dinnanzi ai mostri sacri che abbiamo alle spalle: “smacchiare il giaguaro” di Bersani, “Ymca" trasformata in "I'm Pd" per sostenere Veltroni, “Meno male che Silvio c'è”, la “balena bianca” della Dc nel 1989 con un sexissimo Ciccardini a convincere di votarli per le europee di quella tornata elettorale. No, aspe', forse la migliore è lo spot musicale realizzato dal Comitato per la candidatura di Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la pace.
Ma, diceva un bel saggio, “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Ed eccoci qui: estate 2024, molto più raffinati e sottili, a pugnalarci tra le costole con un quiz sulla cultura politica d'attualità mentre schiumiamo dal caldo, a mettere alla prova la nostra soglia dell'attenzione con i bambini che ci tirano la sabbia addosso e soprattutto a verificare la nostra fedeltà a TeleMeloni (a me non piace questa espressione, è piuttosto stupida. La Rai ha sempre funzionato così, è un'azienda lottizzata ed è così che funzionano le aziende lottizzate, non mi pare che ce ne si sia mai lamentati in passato a parte che su Rai3. Ma Rai3: chi la guarda oltre agli infeltriti con le toppe sui gomiti e gli occhiali appesi al collo?), dicevo, a verificare la nostra fedeltà a TeleMeloni mentre uno stronzissimo animatore ci invita a fare aerobica sulla battigia. Eppure, entusiasti, rispondiamo a tutte le definizioni, sappiamo tutte le risposte: al 58 verticale, “con la riforma del premierato FdI vuole fermare quello di palazzo", la risposta è "Gioco"; al 32 orizzontale: “la riforma Nordio ne chiede quella delle carriere tra pm e giudici", la risposta è separazione.
In questo vortice di delirio ed eccitazione, di entusiasmo per vincere l'amore di Donzelli e della Premier, la domanda resta una e una soltanto, fuori di polemica, fuori dal merito: quanto è forte la tentazione di scaricare il calendario di questo cruciverba on tour, correre sulla spiaggia più vicina e gridare a una qualsiasi definizione “Eternìt!”. Quanto è forte, poi, la tentazione di trasformarsi al volo e diventare un'Enricona Bonaccorti bionda e cotonata, indurire il muso e dire: “Io non ti ho fatto nessuna domanda, Maria Grazia”. Ecco, Donzelli, la tua, la vostra, è solo una truffa e noi non ti abbiamo chiesto proprio un bel niente.