Risposta a "la Repubblica" sul G7 dell'entroterra podolico
Anche oggi non leggerete niente di rivoluzionario e nemmeno faremo la storia dell'opinionismo. Però voglio raccontare un fatto. Sono cresciuta a Mirabella Eclano e so che a molti non interessa, così come molti non sanno nemmeno se questo comune sia in Piemonte, nelle Marche o in Sicilia. Ve lo dico io e vi risparmio di aprire una nuova scheda sull'enciclopedia più famosa del mondo: Mirabella Eclano (di seguito Mirabella) si trova in Campania, provincia di Avellino, ed è amministrata dal sindaco Giancarlo Ruggiero, appartenente a una lista civica di centrodestra e in carica dal 27 maggio 2019. Il comune è collocato a nord dell'Irpinia e conta 6.775 residenti. È una zona ad alto rischio sismico e nel 1980 Mirabella è stata praticamente rasa al suolo da un terremoto devastante. A Mirabella, precisamente nella frazione Passo lungo la via Appia (recentemente inserita nel patrimonio Unesco), c'è un bel parco archeologico con le vestigia della città romana di Aeclanum, le terme dei romani, ma anche altri siti di interesse molto belli risalenti addirittura al neolitico. Inoltre, si mangia e beve molto bene (come in tutta Italia, sì, non vi offendete) e abbiamo anche una bella tradizione folkloristica: un obelisco di paglia intrecciata alto 25 metri che viene trascinato da 12 buoi e persone lungo un percorso di 3 chilometri. Insomma, Mirabella è un posto tanti altri ce ne sono.
Ma perché ci ritroviamo qui a parlare di un comune dell'Irpinia? Perché dal 2 al 4 ottobre ospiterà i lavori del G7 degli Interni. Pensate: il ministro Piantedosi, nato a Pietrastornina, venti chilometri da Mirabella, ha scelto proprio questo comune per ospitare i più gagliardi della terra e parlare di migranti, cybersicurezza e intelligenza artificiale e ha dato al comune una roba come due milione e spicci di euro per prepararci all'evento, di cui cinquecento già impiegati in videosorveglianza. Forse a Piantedosi è scesa una lacrimuccia davanti alla possibilità di fare una festa nella sua Irpinia, probabilmente non capitava dal suo diploma di maturità. Così come è scesa anche al sindaco Ruggiero, che mica ci poteva credere quando è arrivata l'ufficialità della designazione. Ma pure ai mirabellani, perché tutto il comune diventerà zona rossa e lo sappiamo bene cosa significa (brivido): negozi chiusi, strade interdette, posti di blocco, essere guardati a vista dalle forze dell'ordine. Il summit (che si legge come si scrive) si terrà tra Villa Orsini, un gradevole matrimonificio in una villa antica, e la tenuta Mastroberardino, dal nome del patron del vino che oltre a produrre un buon aglianico ha anche importato il golf nel nostro comune e in Irpinia ci si può sentire un po' come a Mar-a-Lago. Per il resto nessuno vedrà nessuno, nessuno vedrà niente (solo il sindaco ha detto che i sette ministri faranno una foto sotto all'obelisco di paglia, la cui tirata si è consumata poco meno di una settimana fa, ma non sarà proprio un vanto perché le condizioni del manufatto, attualmente, non sono delle migliori). Alla collettività probabilmente verrà restituita solo qualche strada riasfaltata, un sacco di videocamere di sorveglianza, la falciatura del verde e un sacco di rotture di scatole. No, aspe': anche una risonanza mediatica che mai, dico mai, ci sarebbe potuta piombare addosso (forse solo un omicidio avrebbe attratto i cento giornalisti attesi, ma comunque non da tutto il mondo).
E a proposito di risonanza, una certa stampa si sta fregando le mani all'idea di poter demolire il ministro (e quindi il governo) non tanto sui contenuti, che è abbastanza facile ma comunque richiede una certa padronanza, bensì sulla scelta della location. Da giorni, infatti, in paese non si fa altro che parlare di un articolo di Alessandra Ziniti pubblicato su la repubblica, che così titola: “G7 con carro e buoi nel paese lontano da tutto. Piantedosi porta i ministri sulle colline di casa sua”. Di seguito le frasi più significative per affrescare Mirabella: “La Nusco di Piantedosi”, “piccolo centro sconosciuto ai più, sperduto nel nulla della valle dell'Ufita, a 20 chilometri di strade da incubo da Pietrastornina”, “queste terre abbandonate dove invece la gente rivendica servizi, trasporti, sanità, dritti di fatto negati in zone dove l'organizzazione di un G7 non può contare su strutture e infrastrutture adeguate agli standard richiesti”, più una velata ironia (anche malriuscita) sulla tradizione folkloristica. È vero che non c'è un servizio di tpl (necessario, ma vorrei una lista dei piccoli-ssimi comuni che ce l'hanno); è vero che siamo stati enclave della Dc di De Mita fino all'ultimo respiro; è vero che gli ospedali sono al lumicino, mancando anche le sedie; è vero pure, ma non lo dice, che ogni estate ci tolgono l'acqua alle 22 e avere un attacco di dissenteria può essere un incubo raddoppiato.
Tuttavia qualche precisazione va fatta: innanzitutto Mirabella non si trova nella valle dell'Ufita ma nel bacino del Calore (e Ziniti, a differenza di voi lettori, un salto sull'enciclopedia più famosa del mondo poteva farlo); sconosciuta ai più è proprio la geografia, non tanto e non solo Mirabella Eclano; le strade da incubo non pervenute: siamo in collina, accanto a picchi di montagna, ma il fondo è dignitosissimo ed è praticabile anche da un neopatentato; la sanità: anche qui, problema annosissimo aggravato dalla paventata autonomia differenziata, ma quindi? Buttare il bambino con l'acqua sporca?; infrastrutture adeguate alla portata dell'evento: 'sti qua arriveranno in elicottero, si blinderanno nelle due ville e andranno via in elicottero, la stampa sarà collocata nei tanti alberghi e bnb che faranno carne da porco con questo evento; terre abbandonate: sì, ce lo diciamo anche da soli, ma la fuga è trasversale all'Italia, il tasso di spopolamento dell'entroterra verso i grandi agglomerati urbani è allarmante e magari è un fenomeno che viene da lontano (nessuno ha mai preteso di essere New York). Ma poi (e vedi tu se devo essere d'accordo con Piantedosi...), non abbiamo predicato che l'entroterra deve tornare a essere protagonista, che il potere deve essere decentralizzato, che i palazzi devono aprirsi alle comunità locali? Lo stesso ministro dice che la scelta di Mirabella è “la grande opportunità per presentare l'Irpinia e le aree interne del nostro Paese che meriterebbero considerazioni che vanno oltre occasioni come questa”.
Lo ripetiamo: Mirabella non avrà alcun tornaconto, se non di risonanza nel brevissimo termine (il sindaco ha anche detto che gli è stata la possibilità di fare eventi collaterali per far conoscere il comune e le sue tradizioni); la torta se la spartiranno i soliti noti; sanità e trasporti continueranno a essere quelli che sono, cioè inesistenti; la “grande opportunità” è anche (forse soprattutto) per Piantedosi, che punta a questo bacino elettorale per le imminenti elezioni regionali al fine, soprattutto, di espugnare lo Sceriffo De Luca. E giustissime, quindi, sono le contromanifestazioni che stanno organizzando nei comuni limitrofi, in particolare il Social Forum (che nostalgia) promosso da Arci Avellino, Cgil, Acli e altre organizzazioni locali sui temi della pace, del ruolo dell'Italia nello scenario internazionale e delle migrazioni. Posto che siamo sempre i soliti quattro, la falange che resiste e protesta è sempre stata radicata e attiva e qualche risultato lo ha pure portato a casa soprattutto sui temi ambientali (il collettivo Grotta Kapovolta ne è stato un esempio illustre).
Quello che si contesta all'articolo di Ziniti, al di là della buonafede, è l'approccio di una certa stampa: confusa, pallidamente partigiana, impreparata. Sono sicura che Alessandra Ziniti sia un'ottima professionista, ma quando si può disporre di una eco così vasta è importante anche tener conto dell'impatto. È prettamente una questione di etica. Poi, se vuoi essere sagace, quello è un upgrade complicatissimo nel mestiere. In questo caso la forma di assist per sbagliare la offrivano mille spunti, tranne il paese in sé. Questa terra soffre di una grave depressione, ma a un depresso non dici “sei trascurato, guarda che faccia, sei solo e abbandonato da tutti”. Alimenti una rabbia o un ancora più profondo isolamento. Le obiezioni di Ziniti sono corrette, ma si prestavano piuttosto a una narrazione proattiva e non mortificante di un territorio, che è comunque bellissimo. Non saremo l'Umbria, la Toscana, ma abbiamo una dignità che ci sta a cuore. Quello che manca è un rapporto tra cittadini e istituzioni, un dialogo, e se manca il dialogo finiscono anche i matrimoni, figuriamoci i rapporti di forza. Non venirci a dire che il problema di questo G7 sono il carro e i buoi. Che comunque, Ziniti: dei paesi tuoi.
Nota: non ho stima politica né intellettuale per il sindaco Ruggiero e se fossi ancora residente a Mirabella non lo avrei votato nemmeno in cambio di una Goleador®, ma Ziniti compie un altro errore: dice che è stato rieletto, a giugno, con uno scarto di soli 600 voti che però, su una popolazione di 6.775 residenti (la maggior parte dei quali è avente diritto al voto dacché non si fanno figli nemmeno qua) è una percentuale considerevole (quasi il 14%).