Il Duce ha fatto anche cose buone #1 - Ventotene

Il Duce ha fatto anche cose buone #1 - Ventotene

Partiamo dal presupposto che la riflessione che sto per proporvi possa sembrare un sillogismo un po' forzato, forse persino leggermente pressappochista, ma vorrei comunque provare a inaugurare questa nuova frizzante rubrica intitolata:

"Il Duce ha fatto anche cose buone".

Qualche settimana fa riflettevo su quanto possa essere stimolante e, in qualche modo, necessario trascorrere un periodo della propria vita in una situazione in cui lo studio, la collaborazione tra menti affini e l'isolamento diventino elementi fondamentali per trovare il giusto carburante per riflettere sul famoso "mondo migliore".

Non necessariamente IL mondo, basterebbe anche UN mondo. Nel caso in cui non venga fuori niente di interessante, hai passato comunque del tempo in un bel posto. Magari un'isola.

Magari proprio Ventotene!

DISCLAIMER: Non intendo perdere tempo elencando tutti gli elementi coercitivi e criminali imposti dal Duce e dal suo caravanserraglio riguardo al confino a Ventotene. I confinati NON hanno trascorso gli anni in villeggiatura e avrebbero preferito di gran lunga restare nelle proprie case e continuare le loro vite in serenità.

MA

Immaginate un paese in tumulto, da qualche anno finito nelle mani di un gruppo di piccoloborghesi vestiti come boyscout cattivi e dal manganello facile. Immaginate la frustrazione di vedere la vostra vita, il vostro percorso professionale e formativo subire prima una brusca frenata, poi una coatta deviazione. Immaginate la solitudine di trovarvi in un contesto in cui ciò che pensate viene considerato sovversivo o, peggio, criminale. Immaginate che quelli a cui un tempo stavate sulle palle decidano di segnalarvi e denunciarvi. Poi, immaginate una legge (datata 1926) che, senza processo, stabilisce che siete una personalità pericolosa, e per questo motivo dovete essere confinati, allontanati dalla comunità. Diciamo che un po' vi girano i coglioni.

Pensa che brutto poi se vi trovaste SOLI in questa condizione.

Ma in realtà il nostro Duce, vecchio cuore romagnolo, aveva già pensato a tutto: per neutralizzare la minaccia rappresentata da queste persone unite dall’odio verso il regime, non isolerà queste menti sovversive, bensì le preleverà da ogni angolo del paese e le spedirà tutte insieme su una piccola isola di poco più di 800 abitanti, a poche miglia dalle coste laziali.

Cosa accadde?

Nonostante le restrizioni, i confinati riuscirono a mantenere una vivace vita intellettuale. Organizzavano discussioni e riflettevano sulle loro idee politiche, nonché sul futuro dell'Italia e dell'Europa. Tra questi c'erano Altiero Spinelli, Sandro Pertini, Pietro Secchia, Ernesto Rossi, Giuseppe Di Vittorio, Luigi Longo, Giuseppe Saragat, Giuseppe Romita… insomma, non proprio dei “cretini a cinque stelle” (inteso come molto cretini, in base al numero di stelle, in cui una stella è il minimo e cinque è il massimo).

È come se un cattivone di finzione, il più cattivo di tutti per intenderci, decidesse di affermare il proprio potere oscuro confinando Sandokan, Luke Skywalker, Mel Gibson nella maggior parte dei suoi film, quello con la maschera di V per Vendetta, Morpheus di Matrix e Bruce Wayne tutti su un'isola molto piccola e con molto tempo libero, e sperare che se ne stiano buoni per tre o quattro anni… così, magari riflettendo, mangiando una fresella secca al pomodoro, compilando pile di settimane enigmistiche e perché no, tornare a casa con una bella tintarella.

Beh, come sia andata realmente lo sappiamo. Dall’attività intellettuale di quel confino nacque il "Manifesto di Ventotene", antesignano di quella che sarebbe poi diventata l'Unione Europea. Mise a stretto contatto le personalità più raffinate del paese, che stilarono nel 1948 la Costituzione italiana, ancora oggi riconosciuta tra le più avanzate del mondo. Studiarono piani di addestramento paramilitare per preparare la lotta di liberazione partigiana, che contribuì a sconfiggere il nazifascismo in tutto il Paese.

Nacquero i presupposti per la fondazione del Partito Comunista e furono create le basi ideologiche e pratiche per una realtà sindacale forte a tutela dei lavoratori. Due di loro sarebbero diventati Presidenti della Repubblica. Inoltre, posero le basi del pensiero liberale e federalista moderno.

Insomma, tutto questo grazie al Duce. Che se solo li avesse mandati un po’ qua e un po’ là, forse oggi non godremmo di questa importante eredità.

Che dire, grazie Benni.

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