A dargli un dito...
Il 7 ottobre 2023, con l'attacco di Hamas contro i partecipanti al festival musicale Supernova in Israele, il mio pensiero attraversò una fase di tristezza, di disgusto ed infine di accettazione.
Riflettevo nei giorni successivi che Benjamin Netanyahu, all'epoca traballante leader del governo israeliano, ricevette politicamente un immenso regalo: tutti i capi nazionali si offrirono di aiutare la nazione in lutto; il paese si riunì davanti alla tragedia; il mondo, reminiscente degli orrori dell'ISIS, mise da parte le critiche contro le odiosissime politiche israeliane e provò sincera compassione per un popolo ferito. Foto e video di ragazze mutilate da quei barbari fecero il giro del mondo.
Dall'altra parte, il popolo palestinese vide l'attacco con sorpresa e terrore. Il governo di Hamas, che la maggioranza dei palestinesi aveva votato, portò avanti una missione segreta di attacco nel territorio di confine. Il popolo palestinese sapeva benissimo che la risposta ad un attacco sarebbe stato un altro attacco, e se è la difesa israeliana a contrattaccare, sapevano bene che non sarebbe andata per il sottile.
Netanyahu a questo punto aveva la possibilità di dire e fare qualsiasi cosa volesse. Aveva l'opportunità di diventare un nuovo simbolo di progresso e magari di pace in Medio Oriente.
Bibi avrebbe potuto dire: "Quanto è successo è terribile, dobbiamo ristabilire un equilibrio, queste sono le nuove regole..."
E più o meno è quello che è successo...
Ristabilire un equilibrio, sappiamo bene cosa avrebbe voluto dire. Un deciso contrattacco per riapplicare la teoria della deterrenza: ad ogni attacco deve corrispondere l'applicazione di condizioni peggiori di quelle precedenti, così da scoraggiare futuri attacchi. Il messaggio avrebbe dovuto essere: non devi provocare la tigre che dorme.
Per la prima volta in tanto tempo, l'odiata ma ritenuta necessaria politica della deterrenza si condivideva a livello globale;
Bibi, supportato dal suo popolo e dai leader mondiali, aveva carta bianca.
O meglio, quasi carta bianca: non doveva esagerare.
Ecco invece che a nostro malgrado stiamo assistendo ad un brutto episodio di Gli do un dito e si prende il braccio, sulla pelle del popolo palestinese.